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SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE

Dalla prevenzione delle dipendenze alla promozione dello star bene attraverso il protagonismo delle scuole e la progettualità di territorio

Le sfide e i problemi cui si trova di fronte la gioventù di oggi sono assai diversi da quelli dei decenni precedenti.

Oggi la salute dei giovani e degli adulti di domani è criticamente legata alla qualità dell’ambiente di vita e ai comportamenti che essi da un lato scelgono di adottare e dall’altro sono costretti a subire. Proprio l’affermazione di uno stile di vita sano ha un impatto profondo sul livello di salute raggiungibile da ciascun individuo.

Le organizzazioni internazionali per la salute da sempre identificano la scuola quale istituzione potenzialmente in grado di svolgere un ruolo determinante nell’incidere sugli stili di vita e sui comportamenti di salute, presenti e futuri, della popolazione giovanile.

I principi fondamentali ai quali si ispirano le attività di educazione alla salute nella scuola sono definiti in modo particolareggiato nella Risoluzione della prima conferenza della Rete europea delle scuole che promuovono la salute tenutasi a Salonicco nel maggio del 1997: tra essi spiccano il concetto di equità e democrazia, il rinforzo e la capacità di agire e generare cambiamenti per essere in grado di influire sulla vita e le condizioni di vita, l'ambiente scolastico come risorsa di promozione della salute, il programma dei corsi scolastici come

strumento di arricchimento delle conoscenze e di incoraggiamento all'acquisizione di attitudini necessarie all’apprendimento.

Promuovere la cultura della salute non è un progetto certo facile, significa far prendere coscienza all’individuo delle proprie scelte, aiutarlo a prendere una decisione e a far si che salute e benessere diventino veri e propri stili di vita. La scuola è il luogo di apprendimento per eccellenza dotato di professionalità e strutture che costituiscono un contesto ottimale per integrare conoscenza e capacità attraverso l’insegnamento di un curriculum della salute.

I temi dell’educazione alla salute sono entrati nel mondo della scuola nel contesto di una crescente domanda sociale di educazione, con una sorta di apparentamento tra la logica “preventiva” con cui si ragiona in ambito sanitario e la funzione preventiva dell’educazione, di cui tutti siamo ben consapevoli.

L’approccio educativo mira non tanto o non solo a “mantenere” la salute, quasi fosse un oggetto inerte da custodire, ma persegue l’obiettivo di attrezzare i ragazzi in età di sviluppo ad affrontare con successo le insidie diffuse che la minacciano (fumo, droga, alcool, aids, dipendenze…) nella prospettiva della qualità della vita, intesa come tale non solo da un punto di vista puramente fisico-biologico.

Le ragioni per le quali le attività di educazione alla salute possono integrarsi in modo armonico e coerente nel contesto formativo generale della scuola sono molteplici.

Anzitutto esse rappresentano opportunità strutturate di comunicazione per sviluppare conoscenze e abilità personali necessarie per la salute individuale e collettiva.

In modo più specifico, questi momenti possono essere ricondotti a due aspetti che si intrecciano integrandosi in modo complementare. Quello formale, tipico impegno della scuola, che si pone come obiettivo la progettazione di situazioni formative che diano consapevolezza delle responsabilità individuali e sociali per il conseguimento del benessere, e quello informale, impegno comune allargato a più operatori della società civile, finalizzato al benessere giovanile come motivazione all'apprendimento, valorizzazione della personalità, partecipazione

alla vita e al lavoro sociale.

I concetti del “vivere il proprio corpo” in modo consapevole, personale, critico, soddisfacente e creativo e della capacità di relazionarsi in modo corretto con le altre persone e l'ambiente, quali costituenti fondamentali dell'equilibrio della persona sono stati ulteriormente ripresi e sanciti nell’ultimo documento ministeriale in tema di educazione alla salute: la Direttiva MPI n. 292 del 3 dicembre 1999.

Detto documento evidenzia la necessità di non intervenire solo sul disagio conclamato o sulla prevenzione di comportamenti devianti, bensì lavorare originalmente con i ragazzi per la promozione del loro benessere: fondamentale diventa accompagnare i ragazzi nell’essere protagonisti attivi dei processi di apprendimento, stimolando e valorizzando i processi di empowerment.

Appare evidente, pertanto, che gli interventi di educazione alla salute, non possono non configurarsi che come un’operazione complessa interagente, sistemica che deve produrre modifiche graduali di comportamenti, consapevoli atteggiamenti educativi e preventivi, nonché coscienza critica.

Questa posizione, che emerge in maniera chiara nella citata direttiva ministeriale, sottolinea lo stretto rapporto esistente fra prevenzione e promozione della salute/benessere.

La scelta di attuare interventi di prevenzione ed educazione alla salute in ambito scolastico scaturisce, soprattutto, dalle seguenti considerazioni in merito a:

- le forme di disagio e difficoltà relazionali che stanno sempre più emergendo nel periodo scolastico; disagio e/o difficoltà che si manifestano

non solo in forme lievi, ma assumono caratteristiche di gravità sempre più rilevante, che in alcuni casi si trasformano in forme di devianza,

disadattamento sociale e psicopatologia adolescenziale;

- la presenza di fenomeni di dipendenze presenti, con maggiore frequenza, nell’area adolescenziale (alcool, nuove sostanze, giochi d’azzardo, tabacco, ecc…);

- l’aumento di condotte a rischio e di comportamenti devianti tra gli studenti.

Infatti il progetto “SCUOLA CHE PROMUOVE SALUTE dalla prevenzione delle dipendenze alla promozione dello star bene attraverso il protagonismo delle scuole e la progettualità di territorio” elaborato dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Bari in collaborazione con il Comitato Tecnico Provinciale per l’Educazione alla salute – Legge 162/90 -, in risposta a quelle che sono le indicazioni di riferimento riportate nella Direttiva MPI n. 292/99 “Prevenzione primaria delle tossicodipendenze nelle aree svantaggiate di tre tra le città italiane ritenute più a rischio” con sperimentazione in tre aree urbane: Bari, Napoli e Torino, e come percorso di innovazione, rivitalizzazione e ribaltamento dell’ottica del percorso formativo previsto in detta direttiva.

La presente proposta di educazione alla salute

- affronta il fenomeno del disagio, delle dipendenze e delle condotte a rischio, come il bullismo, con una visione globale e dinamica,

- prevede interventi articolati e graduali, favorisce la messa in rete delle istituzioni formali e informali,

- privilegia il lavoro delle scuole – a partire dalla scuola primaria - per progetti mirati, finalizzati, integrati che, contrastando la cultura delle

“dipendenze” e del bullismo, puntino a favorire processi di autonomia, di autostima, di relazione e comunicazioni significative,

- promuove e stimola una progettualità educativa attenta alla

a) unitarietà e centralità dello studente visto nella sua globalità;

b) unitarietà del progetto formativo/educativo a qualsiasi livello: classe, scuola, territorio;

c) unitarietà degli insegnamenti che si traducono in progetti ed interventi condivisi e specifici in relazione ai bisogni e alle varie problematiche;

d) unitarietà del territorio che deve tradursi in una visione integrata degli interventi;

e) integrazione- confronto con un quadro normativo di riferimento ampio.

Essa, inoltre, attribuisce infatti primaria importanza:

· alla prevenzione educativa che deve iniziare sin dalla scuola primaria con un itinerario formativo completo;

· ad una politica di recupero delle sacche di disagio, di evasione, di abbandono scolastico, e con una coordinata azione di orientamento

scolastico, al fine di trasformare i fattori di rischio in opportunità educative;

· al confronto con le Istituzioni/Agenzie extrascolastiche del territorio per attuare possibili sinergie;

· al coinvolgimento e alla partecipazione degli studenti;

· al coinvolgimento e alla partecipazione delle famiglie;

· alla istituzione dei Centri di Informazione e Consulenza (CIC);

· alle attività di formazione e aggiornamento in servizio del personale della scuola;

· alla costituzione di una rete di scuole su tutto il territorio, come utile strumento di intervento e di raccordo nella realizzazione delle iniziative delle singole scuole;

· alla costituzione di un Osservatorio per le Politiche Giovanili quale snodo naturale per attivare, stimolare e mantenere attiva la complessa rete dei servizi/scuole costruita intorno alla necessità di individuazione di politiche e di progettazione di interventi educativi e di promozione della salute per i giovani.

Il progetto, di seguito descritto nelle sue linee di massima, pone, in sintesi, particolare attenzione alla tutela della salute dei giovani studenti con l’intento di suscitare una seria riflessione sulle problematiche giovanili e sulla necessità di informazione e formazione corretta al fine di migliorare il senso di appartenenza al territorio, facilitare gli scambi comunicativi tra soggetti e territorio, tra soggetti ed istituzioni, in un’ottica di coinvolgimento delle persone appartenenti alla comunità.

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