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Rete delle scuole polo

La scuola che promuove salute

Il Liceo Scientifico Statale Federico II di Altamura
Scuola polo Liceo Scientifico Statale “Federico II” di Altamura

L’esperienza che vede protagonista di coordinamento la scuola polo “Federico II” di Altamura fonda la sua propulsiva progettualità sul significato attribuito al concetto di “tutela e difesa della salute” e sul ruolo fondamentale che la scuola detiene rispetto a tali tematiche. Tutela e difesa della salute, infatti, coincidono con la creazione di condizioni favorevoli alla crescita e allo sviluppo della persona, non solo prevenendo, ma soprattutto promuovendo quelle azioni utili a far sì che la persona abbia consapevolezza delle proprie potenzialità e apprenda modalità strategiche per far fronte ai propri bisogni.Promozione viene quindi a coincidere con educazione, intesa come l'insieme di quelle attività e strategie che consentano alle giovani generazioni di assumersi responsabilità propositive nei confronti della propria salute e di quella della collettività. In questa prospettiva compito dell’educazione (come recita la direttiva MPI n 292/99), sia familiare che scolastica, è quello di guidare i soggetti in crescita alla realizzazione di un adattamento significativo al proprio ambiente di appartenenza e contemporaneamente favorire l’acquisizione di strumenti di orientamento nell'ambito del proprio futuro.

Dirigente Scolastica: Preside prof.ssa Angela  Bianca  TRAGNI
Docente referente per l'educazione alla salute: prof.ssa Annarosa D’ALESSANDRO

 

Indice:

Gli obiettivi perseguiti

Le azioni

La metodologia

Gli elementi propulsivi

Le zone d'ombra

Le parole chiave

Il sito della scuola dedicato al progetto

La manifestazione conclusiva del progetto con la cantante Annalisa Minetti
Programma delle attività pubbliche
Programma delle attività di formazione

Manifestazione
conclusiva

Programma
delle attività pubbliche

Programma
delle attività di formazione

Gli obiettivi perseguiti

Gli obiettivi trasversali:

Servizi alle 80 scuole:
- supportando i C.I.C. esistenti e stimolandone la costituzione nelle scuole in cui non esistono;
- raccogliendo dati e monitorando continuamente il progetto;
- favorendo la buona relazione tra studenti e docenti;
- orientando verso ambiti e competenze dell’extrascuola (medicina, servizi sociali, associazionismo, forze dell’ordine, ecc.)

Servizi alle famiglie:
- favorendo l’acquisizione di un linguaggio comune e condiviso su cui fondare la conoscenza reciproca genitori-docenti, genitori-figli;
- insegnando a riconoscere il disagio sociale, le sue manifestazioni, gli indicatori e gli strumenti di analisi applicabili nella scuola;
- analizzando le risorse del territorio e coordinandole fra esse;
- costituendo gruppi di lavoro operativi sul territorio.

Servizi alla comunità:
- educazione alimentare per contrastare errati stili alimentari che vedono il diffondersi, tra i bambini e i giovani, obesità, ipertensione, diabete ecc. e prevenire la dipendenza da sostanze (alcool, fumo, droghe).

Ai docenti:
- offrendo una formazione che consentisse loro di sostenere la continua e ossessiva domanda da parte della società di competenze sempre più particolari, specialistiche e nuove per affrontare e risolvere non tanto i problemi della scuola, quanto quelli della stessa società e superare la “disistima sociale” di cui sono oggetto, a livello sia civile che politico;
- facendoli interagire con altre realtà educative del territorio, capaci di fornire competenze, supporto, collaborazione in vista degli stessi obiettivi.

Gli obiettivi specifici:

Scuola primaria:
- promuovendo il benessere psicofisico dei bambini attraverso una corretta alimentazione e un adeguato movimento;
- fornendo agli insegnanti strumenti per leggere eventuali situazioni di disagio attraverso la pratica motoria e alimentare;
- insegnando a diagnosticare e prevenire i disturbi dell’apprendimento, a progettare interventi didattici mirati e orientando a collaborare con i servizi sanitari.

Scuola secondaria di primo grado:
- informando e prevenendo dalle dipendenze da fumo, alcol, droga, gioco, ecc.;
- promuovendo l’apprendimento socio-affettivo e l’educazione sessuale;

Scuola secondaria di secondo grado:
- prevenendo e fronteggiando fenomeni di bullismo, tossicodipendenza e criminalità;
- migliorando e valorizzando il livello di comunicazione interpersonale;
- migliorando l’autostima giovanile attraverso la creatività.

Gli obiettivi indicati sono stati in maggior parte raggiunti.

Le azioni

Assi prioritari di intervento: comunicazione formazione prevenzione sviluppo della personalità.

- Il team della scuola polo ha proposto i temi/obiettivi specifici: disturbi dell’apprendimento per la scuola primaria, socio-affettività ed educazione sessuale per la scuola secondaria di primo grado e creatività e progettualità per la scuola secondaria di secondo grado .

- Sono stati promossi a vari livelli processi di sinergia tra le varie istituzioni del territorio ed è stato creato intorno alle scuole in rete un consenso reale da parte del territorio.

- Sono stati organizzati laboratori rivolti agli alunni, ai docenti e ai genitori. Con particolare attenzione ai temi su indicati. La formazione è avvenuta con il coinvolgimento di esperti.

- Il monitoraggio con azioni di sistema (osservazione diretta, contatto indiretto, raccolta dati in itinere, individuazione di situazioni critiche, restituzione dei dati raccolti) è stato regolare in modo da dare a tutti la possibilità di soddisfare le esigenze emergenti, per rendere efficace ogni azione delle scuole in rete.

Si è favorita la divulgazione a vari livelli (sul territorio, nel circuito di rete, nel circuito istituzionale) delle iniziative e dei progetti delle varie scuole.

La metodologia

Per ogni scuola si è costituito un sottoteam con : 1 dirigente e 1 rappresentante comunale, 1 dirigente e 1 docente di riferimento scolastico e 1 rappresentante della Asl. Essendo coinvolte 80 scuole, si è diviso il team in 4 sottogruppi chiamati “gangli”.

Ogni ganglio ha lavorato sui progetti dei comuni per estrapolare le attività e definire gli esperti da coinvolgere. È stata tracciata una mappa delle sintesi dei quattro gruppi di lavoro e analizzati i bisogni emersi dalle proposte di ciascuna scuola:

a) attività di supervisione a gruppi dì docenti (consigli di classe) sulla gestione di casi problematici;
b) attività di osservazione sulle dinamiche dei gruppi classe (previa condivisione con i Dirigenti scolastici e/o Direttori di circolo);
e) percorsi con gli studenti delle scuole medie e superiori su argomenti richiesti dagli insegnanti (o dai ragazzi) e contestualizzati all'interno della pratica didattica;
d) consulenze individuali a docenti, genitori e studenti delle scuole medie e superiori.

Gli incontri sono stati organizzati in due aree principali: area della Murgia e area della cosiddetta “marina” (fino al confine di Bari). Sono stati attivati processi di scambio e di condivisione, sia in fase progettuale, sia in fase di divulgazione di esperienze, creando una rete tra realtà che senza questo progetto non si sarebbero mai incontrate.

La comunicazione è stata supportata anche della tecnologia che ha consentito il superamento delle possibili resistenze a mettersi in relazione in una dislocazione spaziale così ampia comunicativa, in cui scambio e confronto producono complessità  e riduzione delle barriere

Gli elementi propulsivi

Finalità primaria del progetto è stata quella di fornire pronta e immediata risposta ai bisogni di "salute" della scuola, offrendo agli insegnanti strumenti per prevenire e leggere le difficoltà giovanili fin dal loro primo apparire (scuola primaria) e accompagnando gli alunni stessi verso una crescita sana e autonoma.
Gli insegnanti, infatti, hanno rilevato le problematiche specifiche intorno alle quali è stata successivamente concentrata la progettazione del Servizio. Il ruolo dei docenti è fondamentale anche per le ricadute didattiche e per l’immediatezza di intervento in situazioni problematiche. Questa esperienza li ha motivati particolarmente.
Si è rafforzato il rapporto che lega lo sportello di consulenza psicologica ai Servizi Sanitari e Sociali del territorio, a cui vengono inviati i casi che necessitano di percorsi specifici più lunghi e complessi; ciò contribuisce a rendere sempre più stretta la rete che unisce la scuola alle strutture del territorio, in forme di collaborazione e integrazione delle reciproche competenze finalizzate alla realizzazione e al mantenimento della salute (intesa come benessere fisico, sociale e psicologico/relazionale) dei futuri cittadini.
La risposta è stata molto positiva da parte delle famiglie. Sebbene nei paesi più lontani il coinvolgimento è stato più basso, in media hanno partecipato 70 genitori.
È stato reso possibile l’incontro tra persone che condividono obiettivi comuni e che sentono il peso degli stessi limiti. Senza questo progetto queste persone non avrebbero avuto l’occasione di confrontarsi.

Le zone d’ombra

La numerosità dei comuni può essere considerato la vera zona d’ombra del progetto “La scuola che promuove salute”. Il ricorso alla comunicazione telematica, per quanto importante, non può considerarsi sufficiente per la riuscita del progetto stesso. Si è rilevata anche la necessità di non limitare l’esperienza al progetto realizzato, ma di distribuire nel tempo lo studio delle stesse tematiche.

Le parole chiave dell'esperienza: faticosa,costruttiva, aperta.

L’incontro, la condivisione e il confronto hanno consentito ai soggetti coinvolti (docenti, studenti e genitori, esperti del territorio) di scoprirsi una risorsa per se stessi e per gli altri.
La scuola ha ritrovato il suo ruolo propulsivo per una crescita consapevole e creativa, e di punto di riferimento per il territorio. Per quanto l’esperienza sia stata faticosa sul piano delle risorse da gestire (80 comuni) e della comunicazione da attivare è risultata aperta al futuro, al territorio e al cambiamento.