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Rete delle scuole polo

Officina del benessere. Dai bisogni del territorio al benessere della persona

L'istituto San Benedetto di Conversano
Scuola polo "S. Benedetto” di Conversano

L’esperienza che fa capo alla scuola polo IM “S. Benedetto” di Conversano si fonda sul significato attribuito al concetto di “benessere” della persona, di conoscenza e rispetto del territorio e sul ruolo che la scuola può assumere inserendo nel curricolo formativo ordinario (non extra-curriculare) tali tematiche. Il “benessere” della comunità è inteso come risultato di interventi preventivi che possano migliorare le capacità di esprimere se stessi, innalzare il livello di responsabilità personale, migliorare il senso di appartenenza al territorio, facilitare gli scambi comunicativi tra soggetti e territorio, tra soggetti ed Istituzioni, in un’ottica di coinvolgimento delle persone appartenenti alla comunità.

La scuola è vista come promotrice di salute e benessere nel momento in cui avvia un processo di dialogo sociale, inteso come conoscenza di se stessi e del proprio corpo, del territorio e dell’ambiente e di confronto generazionale. La scuola si riappropria del ruolo propulsivo e di ricomposizione tra il sociale e l’educativo, individuando e analizzando i bisogni della persona e delle comunità (scolastiche e non), tutelando e valorizzando le risorse dell’ambiente sociale ed educando alla cittadinanza attiva alunni e adulti.

Dirigente Scolastico: Preside prof.ssa Anna Maria Galizia
Docente referente per l'educazione alla salute: prof.ssa Adriana l'Abbate

 

Indice:

Le aree coinvolte

Gli obiettivi perseguiti

Le azioni

La metodologia

Gli elementi propulsivi

Le zone d'ombra

Le parole chiave

Il sito della scuola dedicato al progetto

Il giornalino del progetto
Eduroad
Il messaggio dei ragazzi dopo la visita guidata ad una masseria

Il giornalino del progetto Eduroad

Il messaggio dei ragazzi dopo la visita guidata ad una masseria

 

Le aree coinvolte

Conversano, Monopoli, Polignano a Mare, Putignano, Turi, Mola di Bari, Rutigliano, Triggiano, Castellana Grotte.

Gli obiettivi perseguiti

1. Sviluppare un processo di educazione alla prevenzione della salute e al benessere della “persona”.

2. Potenziare i C.I.C. delle scuole e migliorare la comunicazione con il territorio, attraverso: protagonismo  studentesco, buone pratiche, valutazione dei processi.

3. Creare sinergie ed intese in una “rete territoriale” (scuole, famiglie, enti, associazioni, territorio).

4. Promuovere la scuola e il territorio come luoghi di studio e di aggregazione e diffondere la cultura di “educazione permanente” per tutti (bambini, giovani, adulti).

5. Promuovere/sviluppare azioni formative integrate, a sostegno di una programmazione, realizzazione e valutazione di laboratori aperti sul territorio.

6. Prevenire il disagio nel rapporto con se stesso, con gli altri, con le Istituzioni.

7. Promuovere comportamenti socio-culturali significativi, partecipazione alla comunità.

8- Favorire opportunità d’interrelazioni tra pari e generazioni diverse e sviluppare una rete di efficaci relazioni culturali e sociali.

Gli obiettivi indicati sono stati raggiunti grazie soprattutto alla sensibilità dimostrata dai Comuni e dalle famiglie.

Le azioni

Assi prioritari di intervento: cittadinanza attiva / legalità , alimentazione, ambiente / sicurezza, affettività / relazioni

- Sono stati raccolti informazioni e dati attraverso il confronto con il territorio e con le scuole coinvolte, somministrando questionari per conoscere i bisogni formativi e sociali delle singole realtà scolastiche e degli studenti. Per la scelta delle attività formative e dei laboratori, sono state fondamentali le indicazioni e le esigenze espresse dai Comuni.

- Sono stati promossi a vari livelli processi di sinergia tra le istituzioni del territorio, in particolare con Comuni e famiglie, creando intorno alle scuole in rete un consenso reale e una grande partecipazione.

- Sono stati diffusi modelli, iniziative, attraverso laboratori rivolti agli alunni, ai docenti e ai genitori. Con particolare attenzione ai temi: educazione alimentare, comunicazione, relazione con il proprio corpo, cittadinanza attiva e ambiente.

- La formazione è avvenuta con il coinvolgimento di esperti (psicologi, nutrizionisti). I laboratori sono stati organizzati interagendo con il territorio e coinvolgendo ragazzi e adulti: dal laboratorio motorio di Conversano “Buona salute a tutti” consistito in passeggiate collettive (alunni, famiglie ed esperti) attraverso percorsi cittadini ed extra cittadini; al laboratorio teatrale di Castellana che si è basato su una ricerca delle tradizioni della comunità.

Il monitoraggio e il confronto tra i docenti e i Comuni è stato regolare e continuo.

Si è favorita la divulgazione a vari livelli (sul territorio, nel circuito di rete, nel circuito istituzionale) delle iniziative e dei progetti delle varie scuole. Dalla manifestazione all’elaborazione di un video finale informativo e altre forme di pubblicità.

La metodologia

- Si è organizzato un nucleo di coordinamento territoriale con il coinvolgimento della rete comunale (8 comuni) e scolastica.

- Raccolti i dati e analizzati i bisogni, sono stati elaborati progetti condivisi e somministrati ulteriori questionari sul tema: abitudini alimentari.

- Per ogni scuola si è avuto: 1 referente per Comune, 1 dirigente scolastico e 1 docente di riferimento.

- Si è puntato molto sul coinvolgimento delle famiglie sia nella formazione che nella realizzazione dei laboratori.

- Sono stati attivati processi di scambio e di condivisione, sia in fase progettuale, sia in fase di divulgazione di esperienze, al fine di realizzare un archivio comune di buone pratiche.

Gli elementi propulsivi

I risultati concretamente conseguiti possono essere così riassunti:

- L’esperienza ha consentito la lettura del territorio per la sua rivalutazione e riqualificazione sociale attraverso il recupero e la prevenzione.

- I dati raccolti sono stati la base per promuovere attività rispondenti agli effettivi bisogni delle scuole coinvolte e alla crescita della persona e allo sviluppo dell’ambiente sociale sul territorio.

- Si è diffusa la cultura della prevenzione e si è promosso un nuovo concetto di salute.

Si è ottenuta una ri-valutazione della qualità della vita del singolo e della comunità sociale.

Sono state attuate azioni in grado di prevenire/rimuovere disagi, dipendenze, comportamenti a rischio (apatia, noia, difficoltà nelle relazioni, bullismo, aggressività, ecc.).

Sono state promosse/potenziate la conoscenza del sé (autoconsapevolezza, autodeterminazione, autostima).

Si è trasmessa la conoscenza di elementi di igiene alimentare e tossinfezioni e delle malattie derivanti dalla non corretta assunzione dei cibi (obesità, anoressia, bulimia); favorendo una sana relazione con il proprio corpo, con gli altri e con l’ambiente.

Si è promossa una formazione volta ad educare alla relazione con se stessi, gli altri e il territorio, al rispetto dell’ambiente e delle tradizioni e alla cittadinanza attiva.

Sono state individuate e condivise modalità e strategie educative utili alla formazione dei giovani e degli adulti.

Sono state stimolate sinergie interistituzionali sul territorio, al fine di creare un modello imitabile.

Sono stati promossi confronti tra ragazzi, giovani, adulti e territorio, sfidando i conflitti generazionali ed esplorando e sperimentando la creatività dell’individuo e del gruppo.

Si sono favoriti atteggiamenti positivi verso il mondo della scuola e non, facendo sentire tutti protagonisti dei processi formativi.

Le zone d’ombra

Un progetto di queste dimensioni e ambizioni doveva necessariamente incontrare più di una difficoltà, tutte comunque messe in conto dai responsabili delle attività. Un primo problema interno è stato quello della comunicazione e del coordinamento tra i diversi soggetti impegnati nella progettazione e realizzazione del progetto: l’uso degli strumenti informatici e telematici, in particolar modo siti web scolastici ed e-mail, ai quali comunque si è fatto ampiamente ricorso, non assicura ancora la tempestività e l’affidabilità della comunicazione personale diretta, attraverso telefoni e cellulari, soprattutto di fronte a scadenze o emergenze.
Un forte limite esterno, invece, che gli organizzatori del progetto hanno incontrato, e che ha minato l’entusiasmo e l’impegno degli insegnanti, è stato il mancato coinvolgimento delle famiglie degli alunni. I genitori, infatti, hanno partecipato poco alle attività pubbliche di formazione ad essi dedicate, dimostrando scarso interesse e delegittimando, così, agli occhi dei ragazzi, gli sforzi delle istituzioni scolastiche. I professori si sentono lasciati soli nell’educazione e nella difesa delle nuove generazioni.

Le parole chiave dell'esperienza: stanchezza, stress, gioia, soddisfazione

Il progetto più grande gestito sino ad ora dalla scuola “S. Benedetto” di Conversano non poteva non lasciare tracce di stanchezza e stress in chi lo ha pensato, seguito, realizzato e valutato, dal primo all'ultimo giorno. Questo sentimento, diffuso e percepito anche nelle altre realtà scolastiche analizzate, non nasce solo dalle difficoltà strutturali del mondo della scuola italiana, ma anche dal tema generale del progetto, che poi è l’emergenza educativa degli ultimi anni rispetto al tema della salute, prima d’ora confinato alla sfera familiare. Eppure, proprio l’entità della sfida e la complessa macchina organizzativa che ad essa ha risposto con risultati di eccezionale valore, professionale, culturale e umano, porta al sentimento di gioia e alla consapevolezza della soddisfazione in tutti i protagonisti del progetto, smentendo i consolidati clichè del “piangersi addosso”.